La zona di produzione della Costa d’Amalfi comprende l’intero territorio collinare da Vietri sul Mare a Positano, anche se l’area più tradizionalmente vocata è quella delle tre sottozone: Furore, Ravello e Tramonti.
Qui la vite ha radici antiche, forse riconducibili alla Roma imperiale o ad epoca ancora più remota.
La Divina Costiera
La configurazione della Costiera Amalfitana ha una sua indiscussa scenografia: lambisce il mare con un andamento da merletto antico e svetta verso il cielo con le cime dei monti Lattari.
Gli arditi terrazzamenti, spesso a picco sul mare, quasi sempre irraggiungibili, se non lungo ripidi e tortuosi scalini, larghi non più di cinque metri, presentano un profilo irregolare imposto dall’anarchia della roccia, ospitano in media quattro filari di viti disposti a pergola, grazie all’ordinata geometria fatta di pali di castagno.
Ogni ripiano, ogni maceria, che oggi ospita un vigneto, è stato letteralmente rubato alle rocce, mediante la costruzione di muri a secco realizzato senza malta, sistemando le pietre l’una sull’altra.
La natura argillosa-vulcanica di questi terreni e la loro conseguente erosione ha favorito lo scavo di solchi profondi ad opera di torrenti, le cui acque nascono in letti troppo ampi rispetto alla portata d’acqua, ma che d’improvviso si ritrovano a scorrere fra strette gole o lungo selvagge pendici, seguendo percorsi impensabili per raggiungere il mare, stremati e impoveriti dopo aver aggirato massi rocciosi e il flusso si rompe in tanti disordinati rivoli.
Le varietà
La base varietale è strettamente legata alla tradizione, essendo imperniata, per i tipi rossi, su Piedirosso, Sciascinoso, Serpentaria, Tintore e Aglianico, e, per i tipi bianchi, su Falanghina e Biancolella; ma rilevante è anche l’apporto di numerosi vitigni locali minori, dalle rese contenute, il S.Nicola, la Ginestra, la Pepella, il Ripolo ecc., che contribuiscono a conferire ai vini spiccata personalità e accentuata originalità.
Il Piedirosso
è un vitigno tipicamente campano, deve il suo nome al colore rosso dei pedicelli dei raspi che ricorda la tinta della zampa dei colombi. Rappresenta il vitigno prevalente nella composizione ampelografica dei vini DOC Costa d’Amalfi. Poco generoso sul piano produttivo, offre un mosto dal livello zuccherino piuttosto elevato e un’acidità abbastanza contenuta.
Lo Sciascinoso
allevato in tutta la Campania, è un vitigno robusto ma non molto fertile. I grappoli pesanti favoriscono, invece, una buona produzione. Il livello zuccherino modesto e l’acidità piuttosto elevata danno un vino acidulo e astringente, di intenso colore e di particolare gusto.
La Serpentaria
coltivata nella provincia di Napoli e in quella di Salerno, è di buona vigoria e resistente ai parassiti, il grappolo è conico o alato di taglia piccolo-media.
Il Tintore, tipico di Tramonti ma presente anche nelle altre aree vitate della Costiera Amalfitana, deve il suo nome alle sostanze coloranti di cui sono ricchi gli strati di cellule presenti al di sotto della buccia. E’ allevato a pergola, in vecchie vigne, spesso franche di piede. E’ un vitigno di medio vigore e di bassa fertilità, la produzione è piuttosto contenuta per eccessiva sensibilità alle condizioni climatiche in fioritura. La maturazione avviene in media intorno alla prima decade di ottobre e coincide con l’arrossamento tipicamente molto marcato del raspo e dei pedicelli.
L’Aglianico
è un vitigno molto diffuso in tutta la Campania, poco vigoroso, di discreta fertilità delle gemme e produzione costante, matura piuttosto tardi. Il livello di zuccheri alla raccolta, se il decorso stagionale è favorevole, può essere molto elevato, associato ad una sostenuta acidità totale.
La Falanghina
è un vitigno prevalente nell’uvaggio della DOC Costa d’Amalfi. Il nome deriva da phalangae, il palo di legno intorno al quale cresceva la vite.Vitigno piuttosto vigoroso, presenta una sufficiente fertilità delle gemme, una produzione costante. La forma del grappolo è conico- piramidale e l’acino è arrotondato. L’epoca di maturazione cade tra la terza decade di settembre e la prima di ottobre. Il livello di zuccheri alla raccolta è buono, mentre l’acidità totale si attesta su valori medio-bassi.
La Biancolella
è un vitigno esclusivamente campano, complementare nella tipologia bianco della DOC Costa d’Amalfi. Vitigno di media resistenza, offre, in cambio, una generosa resa. La forma del grappolo è cilindrica e l’acino è arrotondato. La maturazione si verifica tra l’ultima decade di settembre e la prima di ottobre, contenuti i livelli zuccherini e bassa l’ acidità.
La Ginestra
vitigno antico, è allevato nei comuni della Costiera Amalfitana, trae il nome dal caratteristico forte profumo di ginestra. Vitigno forte, richiede abbondanti potature e dà una discreta produzione, nonostante il peso piuttosto moderato del grappolo. Alla maturazione, il livello zuccherino risulta contenuto e un’acidità totale media. L’epoca di raccolta cade nella seconda- terza decade di ottobre. La Ginestra è uva che può dare vini di grande qualità e pregio, per cui ne è stata richiesta l’iscrizione nel Registro Nazionale della Varietà di Viti.
Il S.Nicola
è un vitigno coltivato nei comuni della Costiera Amalfitana. La forma del grappolo è cilindrica e l’acino è arrotondato. La maturazione cade nella prima decade di ottobre.
Il Ripolo
è un’uva monopolio del territorio amalfitano dove viene allevata a pergola in piccole aree e in pochi ceppi. Vitigno di medio vigore, presenta una fertilità non molto elevata ed una produzione unitaria contenuta e incostante, per il variabile peso del grappolo che è inferiore a quello medio.
La Pepella
altro tipico vitigno, esclusivo dell’entroterra amalfitano e parimenti del tutto ignorato dai testi di enologia. La denominazione pare sia riconducibile alla tipologia del grappolo che presenta, vicino ad acini di normale dimensione, acini piccolissimi come grani di pepe. La Pepella non è mai prevalente nei vigneti, infatti, è presente in pochi ceppi, spesso carichi di anni. Gli studi enologici in corso hanno accertato l’ottimo livello qualitativo dei vini che si ottengono da tale vitigno, per cui ne sarà avanzata la richiesta d’iscrizione al Registro Nazionale della Varietà delle Viti. Matura tra la seconda e la terza decade di settembre, mostra un livello zuccherino ed un’acidità piuttosto contenuti.